martedì 5 febbraio 2019

la tirannia della farfalla - frank schätzing



Se i thriller tedeschi e scandinavi stanno facendo le scarpe a quelli americani, un motivo c'è.
Quando leggo Schätzing non posso fare a meno di gioire per un Dan Brown europeo, più colto, più profondo e persino più avvincente del corrispettivo americano. Ma soprattutto: intellettualmente onesto. Ci riesce benissimo in questo libro, un mainstream dal tempismo bruciante. Intelligenza artificiale e piccole guerre infami, quelle ormai fuori dalle prime pagine, s'affollano in questo corposo romanzo per il pubblico distratto, per lo più sovraccarico di flash-news dall'orticello.

Ambientato tutto in California, si tiene miracolosamente fuori dal ritrito schema americano del thriller-avventura.
Come ne 'Il quinto giorno' il centro della narrazione resta una presenza, che qui è solo un passo indietro rispetto allo Hal 9000 e al monolite nero di Odissea nello spazio. L'eroe principale funziona da guida tra due realtà altrimenti impossibili da narrare. Il protagonista è il vice sceriffo di una cittadina della seconda contea meno popolata degli Stati Uniti, un afroamericano cupo e solitario con un passato glorioso ma pesante, che non si perdonerà mai un errore fatale.Un eroe sul quale non sono stati usati i soliti sotterfugi retorici per indurci a sostegno e identificazione. Non ci sono belle donne o terreni da riconquistare, come negli stucchevoli plot di Wilbur Smith e Dan Brown, né epiche rivalità fra maschi alpha, ma vite, anzi mondi, da rimettere insieme.
Se non interi sistemi morali da rivedere.
La competizione, così amata da certa narrativa, è qui suggerita come una delle radici del male.

La grandezza del protagonista si completa e trova la sua celebrazione nell'ultimo paragrafo del libro. Per il resto è pura azione corale, che però ci suggerisce una sfilza di domande - e di accuse - sull'intelligenza artificiale e sull'uomo, così maldestro e insicuro che è disposto a costruirsi un Dio artificiale purché ci sia qualcuno 'in alto' a guidarlo nelle sue scelte quotidiane. Schätzing gioca con la fisica, la meccanica quantistica e la filosofia in modo ferrato, agli antipodi della ciarlataneria diffusa.

Che anche Schätzing sappia manipolare il lettore non c'è dubbio: nasce come pubblicitario. Ma il suo sguardo volge sempre a un pianeta in ginocchio dal punto di vista umanitario e ambientale. Un mondo popolato da qualche mente eccelsa, ma dalle sviste epocali, e da superdonne per niente interessate a farsi 'conquistare'. Meno che mai dagli uomini.

Una storia costruita intorno alle ultime scoperte scientifiche, soprattutto quelle sulla coscienza, che stanno cambiando completamente il modo in cui noi stessi ci vediamo e ci percepiamo.

Un libro decisamente vertiginoso.
Ma un po' faticoso all'inizio. 
La scelta della narrazione al presente risulta, almeno per me, un po' ostica. La traduzione, chissà se dal Tedesco o dall'Inglese, fatica un po' a rendere la prosa di un autore sicuramente molto più capace. Un tempo presente che non brilla come quello di Murakami, per intenderci, in Kafka sulla spiaggia.

Da leggere, ma previa una buona pianificazione degli impegni e del tempo libero.
Non voltare un'altra pagina e mollarlo sul comodino è difficilissimo.



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