giovedì 24 ottobre 2013

l'odore dei libri

Carta o elettronica?
A quanto pare il dilemma tra e-book o cartaceo riguarda più da vicino scrittori, editori e (di conseguenza) i distributori, perché gli utenti, a sentirli, hanno già deciso. Tantissimi dicono di avere già scelto da quale mercato attingere: c'è chi vuole risparmiare (malgrado molte case editrici italiane propongano prezzi a dir poco aberranti per l'e-book) c'è chi è stanco di non trovare i titoli in libreria, chi in libreria al centro proprio non ci vuole (o non ci può) andare, chi non ha più pareti cui appoggiare l'ennesima Billy.
  C'è anche chi legge sempre in aereo. E le compagnie charter, con la loro politica sui limiti di peso se non aiutano la subacquea ed altri sport 'minori', non aiutano neanche la lettura, tanto che ci mettono  davanti al dilemma della torre ogni volta che facciamo la valigia: "Chi butto giù?"
   Nella sottile guerra promozionale tra peso e spazio un sacco di gente preferisce alla fine rinunciare a quello che è probabilmente il suo miglior compagno di viaggio. Perché la carta, come la giri la giri, per sua natura finisce sempre per eccedere tutti e due i limiti.


   Nel tipico scenario di 'all'ombra di una palma su una spiaggia bianca che più bianca non si può', in faccia a un mare che ha 'più sfumature di quante voi che non c'eravate avreste mai potuto immaginare', una rivista d'attualità, infarcita di notizie su governi che si dimettono, torture in medio oriente, politici che strillano e pubblicità di oggetti trend 'mai più senza', beh, a me disturberebbe assai. Non le permetterei di invadere la mia pace.
zanzibar
zanzibar: 3-13
   Vuoi mettere, invece, un appuntamento con un bel libro? sapere che è lì ad attenderti col suo mondo, sul ponte di una barca, in spiaggia, o in veranda durante una giornata di pioggia? I limiti di peso e d'ingombro, e le cose peggioreranno ancora non dubitate, ci stanno inducendo a mettere giù quel compagno di viaggio, se cartaceo.
   Parliamo quindi di foreste abbattute, di benzina, traffico ed inquinamento prodotti per portare avanti e indietro, con un sistema capillare simile ai nostri vasi sanguigni, tonnellate di carta.
Per chi di editoria non è pratico sappia che il sistema delle rese è un tale spreco ed è così delirante che addirittura l'IVA (nell'editoria) ha un regime a sé. Non è uno sconto fatto alla 'cultura', come alcuni potrebbero pensare: nel tentativo di trovare una soluzione razionale all'insano delirio che è il sistema delle rese si son messi le mani nei capelli anche alle Entrate. Ed hanno decurtato dell'80% ma con pagamento alla fonte sul prezzo intero.
   Insomma: tra titoli a disposizione, costo, velocità e comodità, nel reperire un testo, rispetto dell'ambiente, peso, ingombro... non dovrebbero esserci molti dubbi.

   Eppure c'è chi non rinuncerebbe mai alla carta.
  Chi, come il dr. Livingstone, malgrado i frequenti traslochi transoceanici e una biblioteca di qualche migliaio di tomi, dice:
 "Preferisco la carta. Anche perché la maggior parte di queste pubblicazioni sono testi indispensabili per il mio lavoro, edizioni spesso introvabili, o non reperibili in PDF, nè in altri formati elettronici."  e lui è il primo caso che mi viene in mente. Anche perché è di tutti il caso più estremo sotto ogni suo aspetto.
E no che non parliamo di trogloditi rifiutati dalla tecnologia moderna - più che viceversa - ma persone ben inserite nella tecnologia. Tra loro ci sarà anche qualche snob innamorato di oggetti di culto, il viceversa di cui si parlava, ma siamo sicuri che si tratti solo di snobismo?
   Fate attenzione a cosa succede se parlate con chiunque sia a favore del cartaceo e gli domandate perché lo è. Inizierà a muover le mani come per aprire un libro, sfogliarlo. In sostanza vi descriverà minuziosamente la sua irrinunciabile esperienza tattile. Qualcosa di tangibile cui l'uomo è abituato da quasi 500 anni.
   Un libro, infatti, non è solo un'esperienza intellettuale, è anche un'esperienza sensoriale, fatta di diversa consistenza e ruvidità della carta, di suoni, di immagini: le pagine frugate dal vento, come se il vento volesse leggerle. Anche se potete aggiustarvi il font, con un Kindle... certe cose non possono succedervi.

   Ma c'è di più: tra le esperienze sensoriali ce n'è una, la più evocativa, la più potente e coinvolgente di tutte. Un'esperienza che solo un oggetto fatto di materiale vivo, come lo sono le fibre provenienti da un organismo a base di carbonio, può dare.


- prima  parte
leggi anche:
http://life.wired.it/news/2013/07/31/nel-mondo-si-continua-a-stampare-troppo.html

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1 commento:

  1. Carta o digitale?
    Non è una risposta, una decisione da prendere d'istinto in due secondi. E' una cosa su cui si deve ragionare per trovare la propria posizione tra abitudine secolare e nuova tecnologia.
    No, non esiste una risposta rapida e non esiste una risposta univoca.
    Ci si potrebbe salvare dicendo "Dipende".
    Già, dipende dalla disponibilità dei testi, non tutti sono digitali ed ora non tutti sono cartacei. Dipende dalla disponibilità economica, di solito i formati digitali sono più economici. Dipende da cosa e dove si vuole leggere. Dall'esperienza di molti si può dire che leggere un libro digitale è piacevole, una rivista digitale meno e se non si ha un posto idoneo ben illuminato, leggere un libro cartaceo è una disgrazia. Il digitale, non solo retroilluminato, è sempre leggibile, quelli ad inchiostro digitale anche in spiaggia in pieno sole.
    E se poi qualcuno, ancora legato alla carta, dirà a voi, che avete scelto il digitale:
    "Dove lo metti l'odore della carta ed il piacere di toccarla?" gli potreste rispondere (in silenzio) regalandogli un buon profumo ed un cucciolo di gatto. Quest'ultimo apprezzerà il calduccio che proverrà dal lettore digitale nelle fredde sere d'inverno.

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