Lo Zen nell’arte
di scrivere, di Ray Bradbury, è un libro diverso da tutti gli altri che ho
letto sul tema. Con un approccio decisamente eclettico Ray Bradbury non ci riempie
di dettagli su come maneggiare la prosa, né su come affrontare le diverse
stesure, ma si concentra piuttosto sul raccontarci come e dove andare a cercar
le idee e le ispirazioni. Lo fa parlando di sé e della sua grande esperienza,
di scrittore e sceneggiatore. Un classico, in questo genere di letture; il
pubblico vuole conoscere l’autore, i dettagli della sua mente più intima, i
fatti della vita che lo hanno portato alle sue scelte.
Ray Bradbury,
autore del celebratissimo Fahrenheit 451 e maestro del racconto breve (I Sing The Body Electric è la sua
raccolta più acclamata) è stato anche, se non soprattutto, un fecondo
sceneggiatore. Non c’è quindi da meravigliarsi che abbia rivolto la sua
attenzione più al processo creativo che al lavoro artigianale
di rifinitura che ogni scrittore conosce bene.
Nel capitolo ‘Come
alimentare la Musa e conservarla’ (ho letto il libro in Inglese alcuni termini da
me usati potrebbero essere diversi dalla versione italiana) ci pone brillantemente
davanti all’essenza del lavoro dello scrittore:
“Ciò che gli altri uomini chiamano subconscio, per gli scrittori, sotto l’aspetto creativo, diventa La Musa”.
Ci parla di una ‘mente
segreta’ che continua a scrivere incessantemente elaborando esperienze, viaggi,
situazioni nella memoria. Ci racconta di come sono nate le sue storie più
famose, più importanti, di come scrisse Fahrenheit 451 affittando una macchina
da scrivere a pochi centesimi l’ora e di
quando interrogò i suoi personaggi, chiedendo loro come andare avanti.
Capita, infatti, che caratteri credibili, vividi e ben definiti possano comportarsi
così con il loro autore. Diventano coautori.
Ray Bradbury, con
Lo Zen nell’arte di scrivere, ci insegna l’imprevedibilità e l’onesta come le armi migliori per rendere
vive delle semplici pagine di carta e inchiostro.
Personalmente ho incontrato
un insegnamento prezioso, in questo libro, del tutto inaspettato: leggere
poesia. Mi sono accorto di aver letto, negli ultimi dieci anni, solo degli
Haiku e forse un paio di poesie di Borges, niente altro. La mia prosa è
diventata, in questo tempo, sicuramente più pulita e incisiva, ma, ho notato, ha perso un
po’ di colore. Questo mi ha fatto ragionare sul target del libro, che non sembra rivolto
a chi vuole intraprendere la carriera di autore ma per chi lo è
già.
Lo Zen nell’arte
di scrivere è un perfetto complemento a tutti gli altri testi sul mestiere. Dove
altri autori si sono soffermati su editing, voce, punto di vista e gestione delle
varie bozze, Ray Bradbury ci porta nel cuore della faccenda, nel cuore del
processo creativo, dove comincia tutto.
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