mercoledì 18 dicembre 2019

errore di sistema - edward snowden



Il passo che più mi ha colpito in Errore di sistema è quello in cui Snowden s'interroga sulla noncuranza con cui noi abbiamo autorizzato Big Data a spiarci.

Consegnando i nostri dati a social, servizi e-mail e tecnologia smart, abbiamo rinunciato alla nostra privacy e ci siamo dichiarati non interessati a quella garanzia costituzionale. Abbiamo creato una zona d'ombra morale e legislativa, abbiamo consentito a chiunque voglia farlo di spiarci in cambio di un account gratuito.
Il concetto di sfera digitale intesa come 'spazio privato' non è di immediata chiarezza per tutti, ma l'autore ci aiuta a verificarlo alla luce della costituzione degli Stati Uniti, ponendoci una domanda:
"Lascereste più volentieri qualcuno da solo per un'ora in casa vostra o dieci minuti a trafficare col vostro telefonino?"
Tutto inizia quel giorno maledetto, l'11 settembre 2001, dopo il quale il mondo non tornò mai più lo stesso di prima. Quel giorno il giovanissimo Ed decide di attivarsi, di fare qualcosa per contrastare la minaccia al suo Paese. E al mondo.

Ma poi scopre che sulle macerie delle torri gemelle stavano costruendo una trappola emotiva globale: davanti al pericolo e all'orrore il mondo si era schierato compatto. Accettando, però, di rinunciare a una serie di libertà e di garanzie. Queste garanzie, cedute un passo alla volta, hanno portato ad una graduale, massiccia erosione dei nostri diritti, con scopi che vanno spesso oltre la questione di sicurezza nazionale.

Chiunque abbia visto il film di Oliver Stone troverà nel libro ciò che un film non può dare: i pensieri dell'autore e i dettagli di un'operazione inquietante, dalle proporzioni gigantesche. Ma la sorpresa è la profondità intellettuale dell'autore-protagonista. Sono infatti i concetti espressi, più dei fatti riportati, la vera sorpresa del libro.
“Affermare che non si è interessati al diritto alla privacy perché non si ha nulla da nascondere è come dire che non si è interessati alla libertà di parola perché non si ha nulla da dire.”
Un'opera, quella di Snowden, che racconta una crescita interiore: il diario di una lenta e dolorosa presa di coscienza. L'autore esce dal pensiero binario tipicamente americano, dalla dicotomia buoni e cattivi e, meditando sulla costituzione, decide di schierarsi al fianco dei cittadini, di affrontare incognite spaventose. Ci mette in luce le zone d'ombra create da dispositivi di legge che faticano ad inseguire la nuova dimensione umana: la vita digitale. Se Baricco in The Game aveva esposto la faccia luminosa della luna, Snowden esplora il suo lato oscuro, ricordandoci che se c'è un entità politica al mondo in grado di contrastare strapoteri digitali e pericolose invasioni è l'Unione Europea.

Al titolo italiano avrei preferito quello originale, Permanente Record: ciò che è stato fatto oltrepassa l'intercettazione per motivi di sicurezza nazionale, ma sconfina nel dossieraggio globale.

Errore di sistema è un libro in grado di cambiare la propria visione del mondo.
Assolutamente da leggere.

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