sabato 28 dicembre 2019

la bellezza del giappone segreto - alex kerr



La bellezza del Giappone segreto è una navigazione autobiografica in un paese sorprendentemente avaro di filosofi. A differenza della Cina, con i suoi Confucio o Lao-Tze, il Giappone sembra aver demandato all'arte tradizionale e ai letterati l'espressione del suo pensiero. Per poi smettere di abitarlo.

Alex Kerr, l'autore, trascorre parte dell'infanzia a Yokohama. Tornato negli USA si laurea in Studi Giapponesi a Yale e in Cinese a Oxford, per poi trasferirsi in Giappone in pianta stabile. La sua navigazione profonda parte con l'acquisto e la ristrutturazione di una casa abbandonata, in una valle dimenticata dal tempo. Come un archeologo inizia ad esaminare gli strati, lo scopo degli oggetti impolverati in cui s'imbatte, e la visione che c'è dietro l'architettura di ogni casa antica. S'innamora dell’arte tradizionale e s’interroga sul perché il Giappone abbia gettato via natura selvaggia e affascinanti dimore per sostituirle con cemento, cavi elettrici penzolanti e paesaggi artificiali, con ricadute catastrofiche sui paesaggi, sulla cultura e sull'ecologia.

Come contrappeso a quella che gli appare una furia iconoclasta l'autore cita l'Europa, dove l'antico è stato adattato e a volte alterato secondo le esigenze della modernità, ma costantemente abitato. Il Giappone, invece, moderna potenza economica e industriale, sembra vergognarsi di vecchie case fatiscenti: interi quartieri storici vengono distrutti. Oggetti di grande pregio finiscono nelle mani dei pulisco cantine locali, e qui inizia la fortuna di Kerr come collezionista d’arte. Ma in questa caduta di continuità tra vecchio e nuovo, malgrado i vantaggi personali, l'autore intuisce un pericolo.
La cultura tradizionale giapponese può essere compresa solo attraverso il gesto, non nel pensiero, che in quel contesto è particolarmente elusivo. Il gesto si esprime negli haiku, nella calligrafia e nel teatro kabuki, in intere vallate trasformate in mandala. Ma soprattutto negli oggetti. E nella cerimonia del tè.

"Il Giappone è affascinato dai segreti. Essi sono lo specifico modo in cui le arti tradizionali si sono conservate e tramandate.

L'ostrica è la metafora perfetta. L'autore la usa per descriverci l'atteggiamento giapponese davanti alle intrusioni straniere: il granello di sabbia diventa una perla, ma non è più l'oggetto di partenza. Una cultura non esportabile: lo Zen e il buddismo esoterico hanno occultato i punti d’arrivo e le conclusioni per favorire il percorso: la via è importante, non la meta. Di pari passo lo Scintoismo ha creato un pantheon misterioso e complesso su radici animiste. Se il confucianesimo e i caratteri kanji sono alla base della forma mentis dell'estremo oriente, Zen e Scintoismo hanno plasmato la cultura giapponese più profonda, quella che si appella ai sensi.

La bellezza del Giappone segreto ci rivela l’esistenza di un universo nascosto in un paese estremamente moderno e funzionale, quanto enigmatico. Dal disinteresse dei giapponesi per la loro cultura atavica e per l'ambiente, alla stampa manipolata dal potere, la navigazione di Alex Kerr segue rotte casuali quanto fortunate, quasi inciampando in punti d'osservazione privilegiati. Traduttore per le fondazioni, appassionato di calligrafia kanji, frequenta i principali attori del teatro Kabuki e maestri zen. Diventa mercante d'arte e referente di una multinazionale americana. Ne esce un lavoro acuto, genuino e vibrante, che va a completare una già vasta (ma settoriale) letteratura sulla cultura giapponese offrendo una visione a tutto campo.

Con La bellezza del Giappone segreto Alex Kerr è il primo non giapponese ad aver vinto il Premio Letterario Shincho Gakugei per il miglior lavoro di non fiction pubblicato in Giappone.


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