giovedì 7 maggio 2020

armi acciaio e malattie - jared diamond



C'è poco da dire: Armi acciaio e malattie è uno dei capolavori della saggistica, uno di quei libri che non dovrebbero mancare nel nostro bagaglio di conoscenze.

Ebbene sì: riletto durante la pandemia.

Riprendendo in mano questo libro volentieri, dopo tanti anni: e ancora oggi Armi acciaio e malattie resta un testo fondamentale per la comprensione dell'essere umano attraverso la sua storia. Ma il suo maggior punto di forza sta nella scorrevolezza, nella capacità dell'autore di coinvolgere attraverso l'espediente aneddotico.


Armi acciaio e malattie ci racconta di come il vaiolo, introdotto da europei portatori sani, abbia decimato imperi, intere popolazioni indigene, con mortalità che raggiungevano il 90%.
Le cavallerie e l'acciaio delle spade nel nuovo mondo trovarono dei nemici già indeboliti e confusi dalle epidemie. Furono i patogeni, non gli esploratori, le avanguardie della conquista
Notevole il resoconto integrale di Hernando Pizarro, fratello di Francisco, sull'assalto che portò una banda di conquistadores ben armati a gettare nello sbando totale l'intero esercito dell'impero Inca e successivamente alla cattura dell'imperatore Atahualpa.

L'idea di Diamond, anche se le cronache riportate lo gridano, non è quella di stilare un freddo elenco delle infamie dell'occidente: Diamond non attinge al pozzo delle ideologie, getta il suo secchio nelle verità scientifiche. Lo fa in modo magistrale, partendo dal dall'Oceania, una sorta di laboratorio naturale, dove società discendenti dallo stesso ceppo etnico e linguistico avevano adottato economie e sistemi sociali diversi, adattandoli alle caratteristiche dei territori insulari che avevano colonizzato.

A pagina 21, la riflessione che è il cuore dell'indagine:

"C'è chi individua i fattori principali dell'espansione europea nelle armi, nelle malattie infettive, negli utensili d'acciaio, nella produzione in serie. Siamo sulla buona strada: effettivamente queste furono le cause dirette e immediate delle conquiste. Ma è un'ipotesi incompleta perché non parla delle cause remote e lascia senza risposta la domanda fondamentale: perché proprio gli europei finirono per avere le migliori armi l'acciaio e le peggiori malattie?"

Parte da questo presupposto un lungo viaggio, dalla domesticazione degli animali da lavoro, abitudine che ha favorito il salto di specie dei patogeni, alla conformazione geologica dell'Eurasia, fatta di grandi pianure che corrono senza grandi ostacoli lungo la stessa latitudine, per arrivare alla nostra evoluzione biologica e sociale, plasmata dagli scambi di tecnologia. Ma anche dalle malattie infettive.

Da leggere, come l'altro suo capolavoro: 'Collasso'.

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